Il male by Edoardo Boncinelli

Il male by Edoardo Boncinelli

autore:Edoardo Boncinelli [Boncinelli, Edoardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2019-06-12T21:00:00+00:00


Ingiustizia e ingiustizie

La percezione dell’ingiustizia, di tutti i tipi, accresce enormemente il problema del male nel mondo, anche perché chi ne ha subita se ne lamenta, ma chi se ne è avvantaggiato non usa di solito compiacersene.

La parola «giusto» si può contrapporre a «sbagliato», nel senso di fattualmente sbagliato, come nella domanda: «È giusto il risultato di questo problema?»; oppure a «sbagliato», «scorretto», «riprovevole» e simili, nel senso di moralmente sbagliato, come nella domanda: «È giusto comportarsi così, in questa o in quella circostanza?»; oppure a «ingiusto» come nella domanda: «È giusto che lo Stato imponga questa tassa?», oppure «È giusto che quella persona abbia perso la causa?». Esiste infine una valenza molto personale e soggettiva della contrapposizione giusto/ingiusto riflessa nelle domande del tipo: «È giusto che io sia nato basso?», oppure «È giusto che lui abbia tanti più soldi di me?», o infine «È giusto che io guadagni così poco?». Esamineremo qui il concetto di giusto/ingiusto in questo ultimo significato, l’unico pertinente al discorso che stiamo facendo.

Il bambino esclama con una certa frequenza: «Non è giusto!» e per l’adolescente niente è mai giusto. Almeno dalle nostre parti le discussioni su cosa è giusto e cosa non lo è occupano di questi tempi una parte cospicua delle giornate di tutti noi. Si direbbe insomma che il giudizio di giusto/ingiusto sia una delle idee primarie e fondamentali della nostra mente di uomini come esseri sociali, una di quelle di fronte alle quali è difficile rimanere insensibili. Il giusto è altrettanto difficile da definire del bello e del buono, al punto che certe posizioni teoriche tendono a confondere i tre concetti inscrivendoli in un cerchio di perfezione umanamente irraggiungibile, e privandoli così di ogni significato concreto. In fondo tutte e tre le valutazioni riguardano il confronto fra l’essere e il dover essere, ma è soprattutto il giudizio di giusto/ingiusto che si appoggia su tale raffronto. Se a darlo è un singolo individuo, non può che essere basato su due tipi di valutazione estremamente soggettivi: da una parte la sua personale percezione della situazione corrente, dall’altra la sua convinzione che le cose dovrebbero andare in un modo e non in un altro. Tutte e due i giudizi sono fortemente influenzati dalle convinzioni, dalle aspettative e dal coinvolgimento emotivo dell’individuo stesso nella faccenda in questione.

Da tempo si è tentato di ovviare a questa marcata soggettività del giudizio, chiedendoci se c’è una maniera più oggettiva di valutare il giusto e l’ingiusto a livello collettivo, soprattutto in relazione all’operato degli uomini nella società. Non possiamo dire che la discussione sia conclusa e il problema risolto, ma c’è un certo consenso almeno sul concetto di equità o giustizia distributiva. In questo senso occorre fare in modo che nessuno venga favorito e nessuno sfavorito: le cose belle e le brutte dovrebbero toccare a tutti più o meno nella stessa proporzione. Come dire che a un certo comportamento sociale dovrebbero corrispondere sempre gli stessi effetti, indipendentemente da chi lo mette in atto. Come si vede, si tratta di un



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.